lunes, 29 de septiembre de 2014

Alla fine sarà vero...

Scrivo queste righe a circa 8000 metri. L'aereo che mi porta di ritorno a Madrid è troppo rumoroso per permettermi di dormire, quindi approfitto  il momento per pensare ad alta voce su questo weekend che sta per finire.

Credo che la prima volta che ho sentito la parola multidisciplinarietà è stato 18 anni fa, il giorno che ho iniziato la Laurea in Fisioterapia (Belin!!! ma quanto tempo che è passato). Da quel momento in poi l'ho ascoltata di continuo, soprattutto in boca di certe persone, come se fosse un mantra tibetano. Boh, forse se dici multidisciplinarietà tre volte molto velocemente senza che si ti attorcigli la lingua accade un miracolo, chi lo sa... Dico che ho continuato ad ascoltare la parola, ma vederla l'ho vista veramente poco. È come le banconotte di 500 euro, tutti sappiamo che ci sono, ma pocchi li vedono tutti i giorni. E invece questo weekend ho visto la multidisciplinarietà. Ho potuto nutrirmi di essa, ho potuto farla crescere. E la sensazione è molto, molto positiva.
Qualche mese fa, la DMSA mi ha invitato a partecipare al loro Congresso Nazionale come relatore con una comunicazione sui movimenti accessori. Per coloro che non la conoscono la DMSA è un'associazione di Dottori in Scienze Motorie con sede in Italia. Sono circa quattrocento, ma come dice il loro segretario Giorgio Pasetto "siamo pocchi ma buoni". Credono molto nella propria professione e nella loro professionalità. La difendono, le piaccerebe che fosse riconosciuta per quello che è, ma vogliono anche fare chiarezza su quali sono le loro responsabilità, le loro capacità, i loro limiti.
Cinque mesi prima ho avuto, invece, l'occassione di essere presente alla giornata che ha organizzato FSR (Fisioterapia Senza Rete)... curiosamente anche loro sono (anzi, siamo) circa quattrocento, pocchi e buoni, che credono molto nella propria professione, che la difendono, che vogliono che sia ben riconosciuta, ma che vogliono fare luce sulle proprie responsabilità, le proprie capacità, i proprio limiti... Simili, vero?

Ma il meglio è che le sommiglianze non finiscono qui. Nella giornata di aprile parteciparonno fisioterapisti, terapisti occupazionali, medici, neuropsicologhi. Questo weekend di settembre ho sentito parlare a chinesiologhi, medici, fisioterapisti, psicologhi... Ma soprattutto, in entrambe le occasioni si parlava più di quello che ci unisce che non di quello che ci allontana. Il movimento. La vita è movimento. Il corpo è l'invenzione che un sistema nervoso disegna per poter muoversi. E questo linguaggio ci accomuna a tutti. Se fosse stato il gioco di trovare le sette differenze avrei fatto molta fatica a trovarle. Un essempio, in tutte e due giornate ci sono stati due "anarchici" che ci hanno parlato senza il bisogno di proteggersi con un powerpoint... sempre rimarrano i romantici....
Il movimento. Forse condividere questo linguaggio sia il segreto per cominciare a vedere più spesso questa benedetta multidisciplinarietà, questi team interdisciplinari, quel sommare sforzi per avere un beneficio comune, di tutti, nostro, del paziente, delle nostre professioni. Vedere che in poco più di cinque mesi, in due paesi diversi, da due professioni che in certi momenti sembrabano di essere in guerra, insorgono iniziative così vicine e che riescono a collegare più che a allontanare mi fa pensare che forse questa volta è arrivato il momento di vedere più spesso le banconote di 500 euro. Segni di ricrescita, direbbero i politici.

Diceva Alberto Bucci nella cena del sabato che se prendesse i cervelli di 30 ricercatori e li metesse insieme avrebbe un super ricercatore. Ma che se riuscisse a fare che i cervelli di 30 ricercatori se communicassero tra di loro, quello che otterrebbe sarebbero 30 súper ricercatori. Non ci sono dubbi. Non ci sono domande. Communicare, condividere il proprio sapere, lavorare in rete, soltanto può che fare somma e farci diventare migliori a tutti. Intelligenza colletiva si chiama. E forse da oggi comincia a non essere così stranno.

Molte grazie e buona lettura. (E scuse per gli errori)

PS: ... pensando pensando una differenza l'ho trovata... voi che ne dite?
La location in Spagna... Ospedale Alcorcón

La location in Italia... Parco termale del Garda



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